mercoledì 16 settembre 2009

06. Gli spagnoli

Allo scopo di far fronte alla difficile situazione sociale del paese, il re Alfonso XIII affida poteri dittatoriali al generale J. Primo de Rivera (1923-30), ma, alla fine, entrambi devono abbandonare il paese e viene proclamata la Repubblica (1931). Alle elezioni del 1933 si affermano le destre, che fondano la “Falange”, un’organizzazione fascista, ma, nella successiva consultazione elettorale del 1936 la vittoria arride ad una coalizione di sinistra, mentre frange estremiste anarco-comuniste chiedono la collettivizzazione delle terre e l’abolizione dei privilegi ecclesiali. Sentendosi minacciate nei loro interessi, la chiesa e le classi possidenti insorgono e fomentano la ribellione, che è organizzata e diretta dai capi militari. La guerra civile (1936-39), che esplode, vede opposte le forze, nazionaliste e fasciste, guidate dal generale Francisco Franco, detto il Caudillo (duce), a fianco del quale si schierano Italia e Germania, a quelle repubblicane, d’ispirazione democratico-liberale, che non sono appoggiate né dalla Francia, né dalla Gran Bretagna, anch’esse timorose di un’affermazione comunista.
Dopo aver conseguito la vittoria e aver ottenuto l’approvazione generale dei vescovi, Franco (1937-73) riesce, abilmente, a non invischiare nel conflitto mondiale il suo popolo, adducendo il pretesto che esso è spossato dalle sofferenze di una guerra civile, governa con moderazione e promuove un certo sviluppo economico del paese, sia pure all’interno di un regime autoritario.

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