mercoledì 16 settembre 2009

05. I francesi

La Francia riesce a risollevarsi rapidamente dai danni subiti dalla guerra e, divisa fra tendenze liberali e socialiste, si lascia governare da governi sia di destra che di sinistra. Alle elezioni del dicembre 1919 si afferma il blocco nazionale dei conservatori e dei nazionalisti, ma ciò non può impedire che, qualche mese dopo, venga fondato il Partito comunista francese (1920), né è in grado di frenare l’avanzata delle sinistre, che conseguono la vittoria alle successive consultazioni del 1924. Gli anni fino al 1929 sono dominati dalla figura di Rayon Poincaré, che imprime alla politica una direzione in senso nazionalistico e assume un atteggiamento intransigente nei confronti della Germania, dalla quale esige il pagamento dei debiti di guerra, che essa non è in grado di onorare. Nel corso di un periodo di crisi economica (1930-38), si alternano al potere coalizioni di destra e di sinistra.
Dopo la travolgente avanzata delle truppe tedesche, che hanno occupato la Francia nord-occidentale, i parlamentari francesi, riuniti a Vichy, affidano i pieni poteri al generale Pétain, che si affretta a chiedere l’armistizio e instaura un regime autoritario, disposto a collaborare coi tedeschi (1940). Il tentativo di resistenza manifestato dai militanti comunisti, a partire dal 1941, viene represso con determinazione. Intanto il generale De Gaulle prende le distanze dalla politica di Pétain e, in un primo momento (1940) si rifugia a Londra, da dove esorta i francesi a lottare contro i nazisti, poi (1943) contribuisce a fondare un Comitato di liberazione nazionale (CLN), che, dopo la cacciata dei tedeschi, viene riconosciuto come il governo legale della Francia (1944). Da questo momento De Gaulle combatte a fianco degli Alleati fino alla disfatta della Germania (maggio 1945), creando le condizioni per una sua ascesa al potere.

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